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Cercando una farfalla purpurea, by Arwen88

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arwen1988
view post Posted on 20/6/2011, 22:32




Titolo: Cercando una farfalla purpurea
Autore: Arwen88
Fandom: Lawful Drugstore
Rating: 14+
Genere: Commedia, Sentimentale, Sovrannaturale
Avvisi: Shonen ai
NdA: La farfalla e la donna le avevo già utilizzate per la ff "The butterfly", xxxHolic





Cercando una farfalla purpurea







Kazahaya aprì il pacco appena arrivato al negozio e ne estrasse le copie delle riviste, prendendo a disporle nel raccoglitore affianco alla cassa. Il suo sguardo si soffermò sull'immagine ritratta in una delle copertine: una spiaggia dalla sabbia bianca che non poté che riportargli alla mente alcuni desideri sopiti del suo passato.
D'improvviso, senza sapere neppure quanto tempo fosse trascorso, notò la presenza di Rikuo al suo fianco e sobbalzò, vedendo che il collega non solo gli si era portato alle spalle ma che si era persino piegato su di lui per vedere la sua espressione.
«Stai bene?»
Kazahaya si morse la lingua, evitando così di urlare gli insulti che già aveva pensato. Annuì all'amico ma quello non si spostò, continuando a fissarlo negli occhi. Era strano, ma nell'ultimo periodo Kazahaya si era ritrovato spesso a guardare da così vicino quegli occhi, nonostante tutto però ancora non riusciva ad impedirsi di trattenere il respiro quando succedeva.
Lentamente, tenendo lo sguardo fisso nel suo, Rikuo si abbassò su di lui e Kazahaya si immobilizzò completamente, concentrato completamente sugli occhi dell'altro e sulle sue labbra, sempre più vicine alle proprie.
«Buondì, ragazzi!»
Kazahaya saltò via, il cuore a mille, mentre Rikuo si voltava dall'altra parte, passandosi una mano tra i capelli. Dietro di loro, Kakei si mise una mano sulla guancia.
«Oh, cielo! Spero di non avere interrotto niente...»
In fretta, Kazahaya agitò le mani, quasi isterico.
«Ma no, ma no, che dice?»
Kakei sorrise, lasciando cadere il discorso.
«Bene, abbiamo un lavoro da fare.»



«La richiesta del cliente è che riusciate a trovare una farfalla purpurea, e che la fotografiate.»
«Pur... purpur...»
Seduto sul divano, Rikuo sghignazzò, rivolto al collega che si era impappinato.
«È un colore più o meno a metà tra il rosso e il viola.»
Kazahaya scattò, imbarazzato.
«Lo sapevo!»
Kakei sorrise alla solita scenetta.
«Da indicazioni, la troverete in questo paesino.»
Kazahaya prese le foto poggiate sul tavolino, osservando la veduta panoramica di un villaggio, in silenzio le passò a Rikuo che gli diede uno sguardo prima di poggiarle di nuovo sul tavolino.
«Il villaggio è in pendenza sul mare, le due vie più importanti sono quella che taglia il centro abitato salendo fino al bosco, e quella che invece costeggia il mare, che è poi quella dove passa la corriera. Il cliente ha chiesto di trovare la farfalla e fotografarla, vi consiglierei più di uno scatto, per sicurezza. Tuttavia c'è un particolare: sembra che la farfalla non possa essere vista oltre il tramonto del sole. Quello sarà il vostro tempo limite.»
Saiga si avvicinò a loro, posando sul tavolino una macchina fotografica e due biglietti della corriera, Kakei sorrise.
«Naturalmente le ragioni del cliente non importano.»



«È il mare! Che bello!»
Kazahaya si aggrappò al muretto che separava la strada principale del piccolo villaggio dalla spiaggia, esaltato come un bambino guardò la distesa d'acqua salata, il rumore della risacca tanto forte nelle sue orecchie da coprire anche quello delle macchine nella strada alle sue spalle.
«Era da quando ero piccolo che volevo vedere il mare!»
Alle sue spalle, Rikuo ghignò, mettendosi al collo il laccio a cui era attaccata la macchinetta.
«E sì che ai gatti l'acqua non piace!»
Preso in giro, Kazahaya si voltò furioso, cercando di scacciarlo con una mano, come fosse stato niente di più di una zanzara.
«Ma sta zitto! Si può sapere che vuoi?»
Il collega però gli si avvicinò di più, il ghigno scomparso dal viso.
«Davvero non l'avevi mai visto?»
Senza sapere neppure il perché, Kazahaya arrossì, abbassando il viso.
«Mm, già. Dalle mie parti potevo vedere solo montagne.»
Kazahaya tornò a voltarsi verso la distesa d'acqua, stringendo le labbra. Dopo averlo osservato per un attimo in silenzio, Rikuo sospirò.
«Dai, mettiamoci alla ricerca di questa farfalla.»



Kazahaya e Rikuo girarono tutto il villaggio, partendo dalla zona costiera, risalendo poi verso l'alto: ispezionarono la via principale e tutte le vie che si diramavano da questa, arrivando persino a controllare le vie della periferia che arrivavano a contatto col bosco che vi cresceva attorno. Dopo dieci ore passate a ripercorrere più volte le stesse strade, cercando tra le stesse bancarelle, senza aver trovato la minima traccia di farfalle purpuree, Kazahaya era stanco e irritabile. Stanco per via della camminata e irritabile per via del nuovo hobby di Rikuo, ovvero: "scattiamo una foto a Kazahaya ogni volta che si esagita".
Aveva iniziato quando lui aveva trovato uno stand che vendeva takoyaki e per poco non chiedeva di averne due dozzine, aveva continuato quando si era fermato a guardare i palloncini e a niente erano servite le proteste: ogni qual volta Kazahaya trovava qualcosa per cui valesse la pena fermarsi, Rikuo era pronto ad immortalarlo con quel suo ghigno sadico sulle labbra.
A Kazahaya bruciava ancora la brutta figura fatta poco dopo pranzo, a metà della via delle bancarelle e dei negozi.
«Finirai il rullino!»
«È digitale, idiota.»
«A chi hai dato dell'idiota?»
Tutti si erano fermati e borbottavano fissandoli, Kazahaya era diventato completamente rosso e Rikuo gli aveva messo una mano sulla testa, costringendolo ad inchinarsi per chiedere scusa.



Alla fine della giornata si sedettero su una panchina davanti alla spiaggia, riposandosi.
Kazahaya sospirò, passandosi una mano sulla fronte sudata. Davanti a loro, il sole iniziava a sfiorare la superficie del mare.
«Mannaggia, sta per finire il tempo.»
Al suo fianco, Rikuo scosse la testa. «Beh, è inutile. Se non la troviamo non la troviamo. Non possiamo nemmeno crearla noi...»
Pensando che però lui aveva bisogno del compenso, Kazahaya si voltò indispettito.
Al centro dell'incrocio che univa le due vie principali del villaggio ci fu un bagliore rosso e aguzzando la vista Kazahaya vide per la prima una farfalla purpurea danzare nell'aria.
Con un urlo, il ragazzo si aggrappò alla manica del collega.
«Laggiù!»

I due ragazzi si misero a correre schivando le persone, mentre Rikuo cercava di scattare quante più foto possibile e Kazahaya cercava disperatamente di non perdere di vista il bagliore sopra alle teste delle persone. I problemi iniziarono quando arrivarono alla via delle bancarelle, completamente affollata a quell'ora di sera: con disperazione crescente, Kazahaya iniziò a sbattere contro tutti, finendo per perdere di vista la farfalla. All'improvviso Rikuo lo afferrò per un polso, andando avanti, fendendo la folla con la propria mole e trascinando Kazahaya con sé.
Mentre davanti a sé non poteva vedere altro che la schiena del collega, il ragazzo si voltò alle proprie spalle, verso il mare in fondo al villaggio: il sole era già per metà oltre il filo dell'acqua.
«Manca poco!»
D'un tratto Rikuo si gettò di lato, portandoselo appresso, e i due corsero più veloce che potevano per i vicoli sempre più scuri, il rumore della folla alle loro spalle sempre più fievole.
Con un leggero panico, Kazahaya si accorse di non riuscire più ad intravvedere la farfalla da nessuna parte tanta era l'oscurità di quelle vie strette.
«Sei sicuro che sia andata di qui?»
«Sì!»
Nonostante il tono sicuro del collega però, Kazahaya si accorse di colpo di un nuovo fattore in gioco: laggiù non c'erano ancora passati, nonostante avessero girato l'intero villaggio più di una volta; per un attimo si chiese dove fossero finiti e se veramente sarebbero riusciti a ritrovare la strada per tornare indietro.
Di colpo Rikuo si bloccò e, perso nei suoi pensieri, Kazahaya non riuscì ad impedirsi di sbatterglisi contro.
«Che fai?»
Ansimando, il ragazzo sollevò lo sguardo: al centro della strada davanti a loro c'era la farfalla purpurea, con quella che sembrava estrema calma sbatteva le ali, come invitandoli ad allungare le mani e prenderla.
Rikuo sollevò la macchinetta che portava al collo e che fino ad allora aveva tenuto ferma con la mano libera; con un flash il ragazzo scattò la foto che gli era stata richiesta.
Allora la farfalla si abbassò lentamente e, come sorgendo dall'oscurità, comparve una donna dai capelli rosso fuoco fasciata da uno yukata dai colori rosso e oro: sul suo indice alzato con eleganza si posò la farfalla purpurea, cessando di sbattere le ali.
Senza sapere perché, Kazahaya fece un passo in avanti, la mano tesa verso la donna, ma rapidamente Rikuo lo afferrò per la vita, tirandolo indietro a sé finché non lo fece scontrare contro il proprio petto.
«Sei impazzito? Dove vai?»
A quel ringhio basso dritto nel suo orecchio, Kazahaya si rese conto che l'amico era spaventato.
In fondo alla strada, la signora sorrise ai due giovani, gli occhi scintillanti. Una fiammata nacque dal nulla ed in essa la signora scomparve con la farfalla, lasciandoli da soli nell'oscurità.
In quel preciso istante tutte le lanterne del paese si accesero, segnale che il sole era tramontato del tutto, ed allora il vociare della folla che fino a quel momento era stato troppo lontano per essere udito, risuonò nelle loro orecchie.
D'improvviso, i due si scoprirono ancora stretti l'uno tra le braccia dell'altro in una delle vie che si diramavano dalla strada principale che stava a soli dieci metri alle loro spalle.


Rikuo espirò piano, poggiando la fronte sulla spalla del collega, prima di parlare stancamente.
«Dovresti averlo capito ormai che questi lavori non sono poi tanto sicuri, non metterti a correre mai più verso qualcosa che non conosci, ti prego.»
Kazahaya capì che Rikuo non lo stava prendendo in giro e che buona parte di quella stanchezza che ora gli mostrava era dovuta allo spavento che lui stesso gli aveva fatto prendere, e gli dispiacque.
«Va bene, scusami.»
In silenzio Rikuo rimase fermo sulla sua spalla.



Lentamente, i due tornarono verso il mare. Sul marciapiede illuminato dalle lanterne che separava la strada asfaltata dalla spiaggia, Rikuo tornò a sedersi sulla panchina occupata in precedenza mentre Kazahaya si avvicinava al muretto. Il cielo sul mare era ancora illuminato dagli ultimi raggi arancioni del sole mentre su, più in alto, iniziava a scurire e spuntavano le prime stelle. Kazahaya guardò quel mare con un sorriso, chiudendo gli occhi per concentrarsi sul rumore della risacca, quel rumore mai sentito prima che voleva assolutamente tenere nella propria memoria insieme all'odore del sale marino che il vento gli portava fino al viso. In quel momento sentì un flash e, riaperti gli occhi, si girò: Rikuo gli aveva scattato l'ennesima foto e con un leggero senso di stanchezza, lui strinse le labbra, indispettito, incrociando le braccia al petto.
«Beh? Non stavo facendo niente di stupido ora...»
Ma quando Rikuo abbassò la macchinetta Kazahaya poté vedere che la sua espressione non era né divertita né sarcastica, solo tranquilla.
«Hai detto che era tutta la vita che volevi vedere il mare, ho pensato che un paio di foto ricordo non fossero una brutta idea.»
Lentamente il ragazzo lo raggiunse al muretto e, in silenzio, gli fece vedere il display della macchinetta: sorpreso, Kazahaya scorse le foto, vedendo che ce n'era una per ogni cosa divertente che aveva fatto, per ogni cosa entusiasmante che aveva visto. Sorrise, calmandosi, rilassando le spalle.
«Grazie.»
La mano di Rikuo si posò gentilmente sul suo fianco e Kazahaya sollevò lo sguardo sul collega mentre questo lo avvicinava a sé. Nel momento in cui stava per urlare, Kazahaya vide però l'espressione di Rikuo mentre questo si abbassava verso di lui.
Non c'era malizia, né divertimento: gli stava mostrando un'espressione sincera.
Arrossendo, Kazahaya decise di non lottare mentre finalmente Rikuo lo baciava con dolcezza, stringendolo a sé davanti al mare.
In fondo, come si disse il ragazzo, ci sarebbe stato tempo per litigare anche dopo.

Edited by arwen1988 - 21/6/2011, 00:06
 
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LayShaly
view post Posted on 21/6/2011, 13:55




*_____*
Bellissima e, fortunatamente, non troppo breve!
Davvero carine le scenette tra i due, specie quella in cui Rikuo lo costringe a scusarsi. Hai descritto il tutto in modo quasi visivo, cosa che adoro particolarmente.

Inutile dire che rinnovo l'invito a postarne ancora e, perchè no, anche a scriverne di nuove! :P
 
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Harianne
view post Posted on 21/6/2011, 14:32




Concordo in pieno con Lay!

Mi complimento inoltre per come hai reso i personaggi, soprattutto Rikuo (non ne faccio mistero, è il mio preferito e tu l'hai reso benissimo *_*)...

Mi è piaciuto il particolare iniziale di Kazahaya che guarda la rivista con la spiaggia ed il parallelismo del bacio con quella situazione:
Si stanno per baciare davanti alla rivista con il mare, ed alla fine invece lo fanno davanti al mare vero e proprio... ben studiata, complimenti XD

CITAZIONE
«E sì che ai gatti l'acqua non piace!»

Ho ridacchiato e iniziato a sogghignare come una scema a questa battuta XD IC al massimo.
(Il mio uomo mi ha guardata come se fossi impazzita di colpo però XD)


Ne vogliamo leggere altre! ^_^
 
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arwen1988
view post Posted on 21/6/2011, 19:06




CITAZIONE (Harianne @ 21/6/2011, 15:32) 
CITAZIONE
«E sì che ai gatti l'acqua non piace!»

Ho ridacchiato e iniziato a sogghignare come una scema a questa battuta XD IC al massimo.
(Il mio uomo mi ha guardata come se fossi impazzita di colpo però XD)

XD Sì, ho presente la situazione!!!

Grazie mille per i commenti, a breve penso che ne scriverò altre, a parte naturalmente finire di postare quelle già fatte! ^^ *kiss*
 
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LayShaly
view post Posted on 21/6/2011, 19:18




Evviva! ^_^
 
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MisguidedGhost
view post Posted on 10/2/2013, 15:14




Ahw, è bellissima :*love:
Brava brava brava!
 
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5 replies since 20/6/2011, 22:32   89 views
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